31 ottobre 2010

"La conoscenza non è garanzia di buona condotta, ma l'ignoranza garantisce una condotta cattiva"

Nel bel mezzo di un comitato di gestione della Fiat Marchionne, il nuovo guru italiano degli intellettuali-ricchi-non-sfigati-e-al-passo-coi-tempi ha citato un proverbio zulu che recita testualmente Umuntu ngumuntu ngabantu, che vuol dire “una persona è una persona tramite altre persone”.
Questa illuminazione gli viene da una rivista di bordo delle linee aeree sud-africane.

E' stato dimostrato che nella relazione primordiale genitore-figlio, l'uomo, a differenza per esempio dei gatti, è un animale culturale e non istintuale. Cioè, mentre nel mondo animale in genere le manifestazioni di cura e interesse per i piccoli che non sono stati partoriti dall'animale stesso sono modeste, anche se non del tutto assenti, questo non vale per gli esseri umani, che sono più flessibili. Questa è anche la loro arma vincente nell'evoluzione, cioè che ci sono poche cose che gli uomini sanno fare naturalmente e molte che invece apprendono. Alcuni studi hanno infatti hanno mostrato come il legame biologico, inteso per esempio come particolare condizione ormonale e affettiva della madre che allatta, abbia una funzione limitata e a brevissimo termine nel favorire l'attaccamento al bambino, mentre è necessario nel frattempo coltivare un rapporto di interazione basato sull'apprendimento quotidiano reciproco per poter porre le basi di un legame duraturo (e certi fatti di cronaca ce lo hanno ampiamente dimostrato).

Queste due osservazioni apparentemente slegate, per me hanno un minimo comun denominatore nell'articolo pubblicato su Internazionale ad opera di Martha Nussbaum, una filosofa americana, docente all'università di Chicago. Sconvolgente nei contenuti perchè ha osato dire qualcosa di assolutamente proibito, ma soprattutto di apparentemente anacronistico rispetto ai nostri tempi: il potere delle lettere e delle arti, oggi. 
Lettere, arti e potere. Oggi lettere e arte tutt'al più quando va bene sono sinonimo di bellezza, hobby, interesse intellettuale, curiosità, sfoggio, vanità, eleganza, stile e nel migliore dei casi citazione. Se invece ti va male diventano lingua morta, fuori tempo, fuori moda,  segno di condotta asociale, ai margini della civiltà. Figurati, come è possibile collegare arte e potere.
Martha fa subito un distinguo: tra la cultura e la cultura del profitto a breve termine. Dove la prima si basa sulla creatività e sul pensiero critico, mentre la seconda privilegia le conoscenze pratiche adatte allo scopo che ci si prefigge, ossia nozioni apprese in modo meccanico, spesso preconfezionate, trasmesse attraverso lezioni di tipo frontale, ossia senza possibilità di contraddittorio da parte di chi ascolta. Quindi concetti, come posso dire, precotti, fissi e fissati che si imprimono dentro menti ormai abituate a ingurgitarli senza chiedersi nemmeno che sapore hanno. Amaro, dolce, salato, chissà. Basta che funzionino, tutto va bene.
Quale è il grave pericolo ? L'ottusità, cioè l'incapacità di avere un pensiero autonomo e critico nei confronti di ciò che ci viene propinato.
Gli occhi chiusi, l'assenza di papille gustative. L'obbedienza.
E se questo vale dai banchi di scuola alle aule universitarie (quando ci si arriva), vale ancora di più quando si diventa cittadini del mondo, immersi in un sistema complesso, fatto di realtà sempre più diverse tra loro, che necessitano di entrare in contatto senza urtarsi e che sempre di più sono tra loro interdipendenti. Molto rischioso se lo applichi all'entrare in contatto con una minoranza etnica per esempio, oppure con i costumi di una diversa religione o semplicemente con le disuguaglianze.
E' stato dimostrato che per capire la complessità del mondo non bastano la logica e le nozioni, ma serve un terzo elemento.
L'arte e la letteratura ci offrono il terzo elemento: poter guardare il mondo con gli occhi di un altro, potersi calare dentro la visione del mondo di un'altra persona in modo critico e quindi, di pari passo, arrivare a conoscere meglio sé stessi. Cercare di interpretare un quadro o un testo letterario sviluppa proprio questa capacità empatica e critica, che poi è il terzo elemento nonché uno dei punti chiave alla base del concetto di democrazia.
E si inizia dal micro-cosmo familiare (esempio comprendere e accettare l'alterità di un figlio) fino al macro-cosmo globale.
Privilegiare (anche in termini economici) nell'istruzione l'aspetto tecnologico e scientifico a scapito di quello umanistico non aiuterà l'economia a crescere né tanto meno i paesi a formare cittadini/esseri umani migliori, ma solo persone prive di senso critico e incapaci di interazione con l'altro, il diverso. Persone che citano proverbi zulu di grande saggezza e poi chiamano gli operai della Fiat- 1200 euro al mese- “ i nostri collaboratori”.  Persone che, di questo passo, non solo rovineranno il futuro dell'economia o l'economia del futuro, ma anche i rapporti dell'uomo con l'uomo. La civiltà.

Grazie Martha per avere detto cose degne di essere scolpite nella pietra, per avermi fatto pensare che forse il problema non è il Cavaliere, ma il cavallo e soprattutto per aver distolto qualcuno per qualche momento dall'incessante eco del bunga-bunga.
Che qualcuno a questo punto faccia qualcosa. Amen.


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